lunedì 5 novembre 2012

Il Monte Vettore da Altino, ritorno per S. Maria in Pantano

Un sentiero lungo e vario, ad anello, con tanta salita e panorami fantastici, in un ambiente realmente incontaminato, sicuramente uno tra i migliori dei Sibillini.
Interminabile e stupenda la cavalcata in cresta che caratterizza il percorso di andata fino alla cima del Vettore, dalla quale si scende attraversando integralmente l'imponente versante Est del massiccio.

Accesso: Altino (GPS 42.879471,13.308284)
Tempo di percorrenza: 6 ore a/r
Dislivello: 1.500 metri
Difficoltà: EE
Valutazione: ****


Tra le varie alternative per raggiungere il Monte Vettore questa è sicuramente una delle più dure ma anche delle più panoramiche (paragonabile in questo solo a quella da Forca Viola per le Creste del Redentore).
La quantità di strada (quasi 20 chilometri) e di dislivello da affrontare impongono di intraprendere la salita solo se un po'allenati.
Il sentiero inizia dal piccolo abitato di Altino, dove imboccare la traccia che, ampia, sale verso gli omonimi prati.
Si cammina, in questa prima parte, all'interno della faggeta, con pendenze moderate ed ogni tanto la possibilità di gettare uno sguardo alla lontana destinazione.

L'attacco del sentiero, sulla destra

Bosco

Il Vettore, ancora lontano

Il sentiero esce dal bosco nei pressi di un casale con fontana, che lasceremo alle spalle proseguendo lungo la traccia che continua evidente a salire verso i Prati di Altino, oltrepassando gli ultimi tratti di bosco.
Seguendo il sentiero ci troveremo ad aggirare sulla destra (faccia a monte) i prati, scoprendo il Monte Sibilla. Qui, ove la traccia diviene più esile sino a scomparire, si inizia a salire, senza percorso obbligato e con pendenze molto elevate, verso le sovrastanti creste.
Personalmente sono passato sulla sinistra (lato Altino), compiendo una lunga diagonale sui ripidissimi pendii d'erba ed arrivando in cresta circa all'altezza del M. Banditello.
Questa parte di salita, sia per la mancanza di traccia, sia per la forte pendenza risulta decisamente faticosa; attenti a non scivolare sull'erba.

La fonte

La Sibilla

I ripidi Prati di Altino, in basso il lago di Gerosa

Con un buon fiatone si arriva finalmente in cresta. Il panorama che si scopre a questo punto è più che grandioso e ripaga ampiamente della fatica fatta per salire. Si è in pratica sospesi sopra il Piano della Gradosa, di fronte ai massicci contrafforti delle cime del gruppo e con la Sibilla alle spalle.
Il paese di Foce di Montemonaco è un minuscolo agglomerato di case, tutto intorno 360 gradi di visuale su uno scenario mozzafiato.
Il vento, in questo inizio novembre, è tanto forte quanto gelido; soffia da ovest e mi costringe a camminare totalmente incappucciato.
La strada da seguire ora è evidentissima: per la cresta, fino al Vettore. Si sale più volte di quota, per poi scendere di nuovo e risalire, sempre sulla dorsale sin qui abbastanza ampia.

La cresta, verso la Sibilla

Verso sud

Il piano della Gradosa

Foce di Montemonaco

Le nuvole spinte dal vento

Giunti nei pressi dell'Imbuto del Vettore inizia l'ultimo strappo prima della vetta. Si costeggia il bordo superiore del grandioso vallone (noto per le micidiali valanghe) e si inizia a risalire la rocciosa, ripida ed esile cresta del Monte Torrone.
Superato il tratto finale su roccette (attenti, qui si cammina sul filo) si inizia ad intravedere la croce di vetta, che in breve si raggiunge su pendenze più moderate (da Altino alla vetta ho impiegato circa tre ore e mezza).
Alla cima arrivo, con un vento ormai fortissimo, calpestando la prima neve della stagione, già durissima.
Nel frattempo le nuvole stanno rapidamente inglobando tutte le cime; la croce di vetta, carica di ghiaccio,vibra inarrestabile alle folate di vento.
Svelto mi cambio, saluto un tipo che sale infreddolito da Forca di Presta e inizio la discesa.

L'Imbuto

Pizzo del Diavolo inglobato dalle nuvole

La prima neve!

Vetta

Per tornare ad Altino ci sono ora due alternative: seguire a ritroso il sentiero fatto all'andata o scendere lungo il versante est del Vettore sino a Santa Maria in Pantano e da li proseguire fino al punto di partenza.
Scelgo la seconda delle possibilità e, dirigendomi verso la croce di vetta posta sull'anticima del Vettore, seguo alcuni omini che indicano la traccia da seguire.
La discesa è praticamente infinita. Il sentiero è però sempre ben evidente ed indicato con bolli bianco-rossi ed omini.
Si percorre, senza pendenze mai troppo accentuate, l'intero massiccio del Monte Vettore, tagliando a mezza costa l'imponente muraglia.
Il sentiero attraversa alcuni canaloni, passando sopra i quali si sente il gorgoglio dell'acqua che scorre sotto le pietre, per poi passare all'interno del grandissimo Imbuto e continuare a scendere di nuovo.
Inizia, con l'abbassarsi della quota, a rivedersi la macchia, colorata del rosso autunnale. Si incrocia un fontanile e, sempre scendendo, un bel tratto di bosco.
Godetevi il sentiero, si cammina nel silenzio più assoluto in un ambiente maestoso e incontaminato, dove ancora si nascondono i lupi.

Inizio della discesa

Il tratto dell'Imbuto

Fonte

Cacca di lupo

Con le ginocchia molli si arriva quindi alla chiesetta di Santa Maria in Pantano ed alla Sorgente Santa posta pochi metri sotto la stessa.
Da qui (a sinistra della fontana), seguendo l'evidente segnaletica, si imbocca il tratto del Grande Anello dei Sibillini che conduce ad Altino.
Il percorso è comodissimo e quasi interamente in piano, si attraversano prima alcuni prati e poi un bel bosco, fino ad arrivare al punto di partenza.

Santa Maria in Pantano

Sorgente santa

Prati

L'autunno dei faggi

Nessun commento:

Posta un commento