lunedì 26 novembre 2012

Il Sentiero delle Capre (Cengia delle Cerelle), Monte Priora

Il nome spiega tutto. Il sentiero delle capre, a picco sugli strapiombi del Monte Priora, percorre da una prospettiva veramente insolita e selvaggia la Gola dell'Infernaccio. La traccia è molto spesso invisibile/assente, il terreno sempre ripido, franoso ed espostissimo; gli ambienti, grandiosi ed incontaminati, ripagano però della notevole fatica necessaria per cimentarsi nel percorso (pare che sia stato aperto per consentire l'accesso alle grandiose pareti calcaree della Priora, ove salgono alcune vie di roccia).
Necessari imbrago, casco, discensore, longe e corda.

Accesso: Rubbiano, parcheggio per Gola dell'Infernaccio (GPS 42.927614,13.286333)
Tempo di percorrenza: 7 ore
Dislivello: 800 metri
Difficoltà: EEA
Valutazione: ***


Dal piazzale Valleria, dopo il paesino di Rubbiano, si scende alle Pisciarelle per poi immettersi nella ombrosa Gola dell'Infernaccio.
Superata la parte più rocciosa, si prosegue sempre dritti, con alcuni saliscendi, in direzione Capotenna.
E'abbastanza difficile descrivere il percorso da seguire per l'attacco vero e proprio del Sentiero delle Capre, si tratta, in sostanza, di salire districandosi tra la vegetazione seguendo più l'istinto che un sentiero.
Dopo circa un'oretta di cammino lungo l'Infernaccio, quando la Gola inizia ad aprirsi nella Valtenna, si raggiunge una zona pianeggiante circa a quota 1.100 mslm (prima di arrivare al casale posto sulla dx del sentiero) si abbandona il percorso principale e si inizia a salire per prati sulla destra.
Non c'è traccia: si sale un po'per bosco un po'per prati, seguendo il bordo sinistro di un canale fino ad incontrare un evidente omino in pietra nei pressi di un piccolo spiazzo.
Qui si attraversa il canale e si prende a risalire sull'altro versante, sempre obliquando verso destra. Si incrocia quindi un altro omino e si continua a salire prima verso sinistra poi verso destra.
Non vi sono comunque tracce, solo qualche raro omino in pietra. Si cammina sempre ripidamente in mezzo alla vegetazione, aiutandosi con i tronchi degli alberi nel salire; insomma una bella sudata. 
Si deve raggiungere, circa a quota 1.300 mslm e al di fuori del bosco, un grosso e panoramico sperone roccioso posto al di la di un marcato e roccioso canale (terreno ripido, instabile e franoso, si arriva sullo sperone compiendo un traverso su roccette molto esposte).

Relazioni confuse...

Lo sperone segna l'inizio del Sentiero delle Capre vero e proprio, arrivati in cima allo stesso si volta a destra, superando una piccola rete. Si procede ora transitando sotto un enorme strapiombo gocciolante dove alcuni faggi sono cresciuti seguendo l'incurvatura della roccia.
Il sentiero prosegue quindi per traccia non sempre evidente e comunque espostissima. Dopo un tratto apparentemente più tranquillo si transita per un basso sgrottino e, superato un vertiginoso canale (fix), si procede per una piccolissima cengia, da superare con una gamba a penzoloni nel vuoto.
Non è questa l'ultima delle difficoltà. Lo sguardo, ad ogni modo, non può che essere catturato dalla verdissima Valtenna alle spalle e dalle spettacolari ed imponenti sagome dei monti che sormontano il sentiero.
Si cammina sotto a delle muraglie di calcare immense ed aggettanti, a tratti grigio e compatto, a tratti più scuro; sotto, in parte nascosto dalle chiome dei faggi, il Tennacola che rumoroso corre nella Gola dell'Infernaccio.

Faggio ricurvo

Grottino

Il primo tratto attrezzato

Si arriva quindi al primo dei tratti attrezzati da superare, un cavo metallico che guida lungo un traverso (molto esposto) in direzione destra. All'inizio agevolmente su un piccolo gradino, poi senza più nulla per i piedi, si giunge sulla sommità di uno scomodo pulpitino (sosta su clessidra, fix e spit). Attenzione in ogni caso allo stato degli ancoraggi e del cavo, hanno visto tempi migliori...
Dalla sommità del pulpitino, utilizzando la sosta presente in loco, ci si cala ora in corda doppia (poco più di 15 metri) fino al sottostante terrazzamento (terreno ripido, attenzione ai sassi). Da qui si risale verso la balconata che ci si trova di fronte, arrampicando per roccette in massima esposizione (circa III, noi siamo andati sciolti, ma c'è la possibilità, consigliata, di fare un tiro di corda, 2 fix e 1 ch.).

Sentiero espostissimo!

Arrivati al balcone si segue ancora la piccola traccia che conduce a degli spettacolari pulpiti panoramici sulla Valtenna e sulla Gola dell'Infernaccio.
Si raggiunge quindi un altro caratteristico grottone, che si supera iniziando a scendere per ghiaie fino ad intercettare il secondo tratto attrezzato dell'itinerario.
Si compie prima un traverso per poi risalire (senza cavo) fin sotto un enorme masso appoggiato ai bordi di un canale. Oltrepassato il canale un poco affidabile spezzone di corda conduce fino ad un piacevole terrazzino.

Mare di roccia

Gradini (in realtà non si procede su quella cengia ma si scende!)

Fosso Le Vene

Da qui si prosegue immettendosi sempre più nel fitto della vegetazione, seguendo sporadici omini e districandosi alla meglio in mezzo ad un fittissimo bosco intrecciato di rami cadute e foglie (altra sudatona).
Si raggiunge quindi un canale boscoso, da superare in corrispondenza di un omino, per poi iniziare a risalire all'interno della faggeta adesso decisamente più comoda.
In pochi minuti, quindi, si arriva all'Eremo di San Leonardo; un sorso alla fontana, un saluto al frate e poi di corsa giù alla Gola per riprendere il sentiero di andata.

Bosco 

San Leonardo

2 commenti:

  1. Sisi! La discesa però è allucinante...e i materiali fissi sono belli datati, soprattutto un paio di fisse e qualche ancoraggio...

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