giovedì 17 luglio 2014

Il Corno alle Scale e il Monte Nuda dal Rif. Segavecchia

Quasi dieci anni che vivo a Bologna e non ero mai stato sugli appennini della zona. Questa volta il tempo è buono e decido di provare, preparo un giro ad anello e parto la mattina presto seguendo la Porrettana.
Il sentiero è di quelli che ti spezza le gambe, ripido dall'inizio alla fine, ma veramente carino!
Ho impiegato molto poco per fare il giro, il rifugista mi diceva che in genere solo dal Rif. Segavecchia alla vetta servono due ore e mezza.
In ogni caso è necessario avere passo sicuro, il percorso è sempre molto ripido, anche in discesa; bellissime le faggete!

Accesso: Rif. Segavecchia (Lizzano in Belvedere, BO)
Tempo di percorrenza: 3.45 ore
Dislivello: 1200 metri
Difficoltà: EE
Valutazione: ***

Arrivo al Rif. Segavecchia che sono passate le otto e mezza del mattino ma l'aria è ancora abbastanza fresca.
Alla fonte riempio una bottiglia e chiudo lo zaino, il sentiero inizia proprio alle spalle del Rifugio, dove una sbarra blocca alle auto l'accesso.
Si segue il tracciato ampio per qualche centinaio di metri, fin dove un cartello indica a desta il sentiero 119, iniziando a salire su traccia più esile ma sempre evidente.

Il Rif. Segavecchia

Si attraversa ora il torrente aiutati da un cavo in acciaio, per ripetere dopo poco la stessa operazione. 
Il terzo guado è privo di cavo, ma non presenta particolari problemi.
La traccia corre all'interno della bellissima faggeta, ed è sempre ripidissima. 
Il sentiero, da qui in poi, è una serie di tornanti spaccagambe che sembrano infiniti!
Ormai sudo come una fontana quando esco dalla faggeta, ma il panorama qui non ha nulla da invidiare ai restanti gruppi dell'appennino.

Guado con cavo

Che faggeta!

Da lontano si vede già la gigantesca croce metallica che sormonta la vetta, sulla destra la restante parte del percorso, la cresta che conduce alla vetta del Monte Nuda.
La traccia segue ora un inciso solco tra l'erba alta, per poi proseguire su sfasci e ghiaie, sempre molto ripidi (occhio!).
Superato un tratto attrezzato con cavo (da usare come corrimano più che per assicurarsi) si è ormai in prossimità della vetta.

Usciti dal bosco

Verso il Monte Nuda

Tratto attrezzato prima della vetta

La vista è veramente ampia, dal Lago Scaffaiolo ai rilievi toscani. Come spesso, anche qui gli impianti di risalita invernali tolgono quel qualcosa al tutto.
Mi fermo un po', scatto qualche foto in giro e riparto verso il Monte Nuda.

Fiori!

Lago Scaffaiolo

Punta Sofia

Si passa per la grandissima croce metallica posta in cima a Punta Sofia e si inizia a scendere (attenzione, esposto e ripido) per i Balzi dell'Ora, fino a raggiungere il Passo del Vallone.
Da qui, seguendo la traccia sempre segnata ed evidente come su tutto il resto del percorso, in un quarto d'ora si è in cima alla cresta del Monte Nuda.
Altra pausa, guardo il Corno alle Scale e penso a come possano essere, in inverno, quei canali che lo solcano, tutto sommato non è per niente un monticello da poco!

Soccmèl quanto è grossa la croce!

Verso valle

Balzi dell'Ora e Monte Nuda

Si inizia ora a scendere, seguendo il sentiero 117.
Prima per cresta, poi giù a destra (traccia poco evidente, molto ripido) e ci si immette in un bellissimo sentiero all'interno del bosco di pini. 

Vetta del Monte Nuda

Si continua a scendere seguendo i segni di vernice sugli alberi, fin quando ci si ritrova nuovamente tra i faggi, su traccia ripida e a tratti scivolosa, che in breve conduce nuovamente al Rif. Segavecchia.
Davvero un bellissimo giro!

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