domenica 27 luglio 2014

Il Monte Gorzano da Macchiatornella

Sentiero tosto per la vetta più alta dei Monti della Laga, una camminata per cui servono fiato e gambe, in un ambiente selvaggio che passa dalle immense faggete ai ripidi prati in quota.
Arrivare a Macchiatornella, di per sè, è già un'impresa: probabilmente uno dei posti più sperduti che mi sia mai capitato di vedere in montagna.

Accesso: Macchiatornella, TE (GPS: 42.631207, 13.463557)
Tempo di percorrenza: 6.30 ore
Dislivello: 1500 metri
Difficoltà: EE
Valutazione: ****


Superata la frazione di Padula si prosegue per qualche centinaio di metri lungo la strada che conduce a Macchiatornella. Senza raggiungere quest'ultimo paesino, subito dopo aver oltrepassato un ponte, si parcheggia sulla destra in corrispondenza di un tornante, dove una traccia di sentiero inizia a salire ripida proprio sopra la strada.
La lunga camminata inizia qui, entrando direttamente nell'immensa faggeta dalla quale si uscirà soltanto dopo un paio d'ore.
I faggi sono giganti, alcuni hanno radici veramente enormi, lasciano filtrare solamente pochissima luce tra le fronde verdissime, si cammina su un letto di foglie secche.
La traccia è segnata molto bene, i segnavia sembrano ridipinti da poco e indicano perfettamente il sentiero da seguire dentro al bosco.
Si incontra dopo pochi minuti di cammino un ponticello di ferro (P. Flammango), dove con una breve deviazione si può raggiungere la cascata Cantagalli, che visiteremo al ritorno.

Lastre di arenaria

Corridoi d'acqua

Il sentiero procede sempre in salita senza pendenze mai sfiancanti, si sente chiaramente l'acqua del Tordino che scorre lungo la valle; in più di un punto si incontrano salti d'acqua e cascate che meritano una sosta, si passa quindi per una zona pianeggiante, ad un bivio si tiene la sinistra, si incontra una casina dell'Enel.
Lungo il tragitto non incontriamo nessuno, salvo un paio di cercatori di funghi della zona con ceste pienissime a tracolla.
Un paio di ore e si esce dal bosco, scoprendo l'ampissima valle della Fiumata, sorvegliata da un piccolo rifugio di pastori e solcata dal torrente Tordino.

Uscita dal sentiero

La vallata!

Gregge

Qualche difficoltà con un paio di cani da guardia delle greggi e siamo al torrente: ci fermiamo qui per una sosta, il luogo è veramente da cartolina. La valle, nonostante sia ormai luglio, è ancora verdissima, il cielo è pulito e l'acqua del torrente strafredda, se non fossimo ancora a metà percorso ci fermeremmo sicuramente più a lungo!

Da cartolina!

Si sale ora verso sinistra, seguendo una traccia a tratti poco evidente, ad aggirare il Monticello. Bellissimo lo sguardo che si apre da qui verso il Gran Sasso, solo qualche nuvola inizia ad offuscare la vista.

Il Re dal Monticello

Da qui occorre ora seguire, senza traccia, la larga dorsale di cresta che sormonta il lato ovest della valle Fiumata, senza lasciarsi scoraggiare dalla lontananza della vetta - ormai a tratti visibile - del Monte Gorzano.
Superato un primo costolone, si continua a seguire qualche traccia di passaggio (nessuna indicazione) lungo la cresta, ricongiungendosi così alla costola principale che in breve raggiunge la vetta.

Costolone per la vetta

La vetta!!!

Cima Lepri e i Monti Sibillini

Cima Lepri e i Sibillini dietro, il Gran Sasso, Intermesoli, la vista è veramente ottima! Prendere il libro di vetta infilato sotto l'omino gigante è abbastanza inquietante, cercando di essere il più delicato possibile ci riesco e lasciamo due righe.
Non abbiamo quasi il tempo di bere che sentiamo le prime gocce d'acqua. Dobbiamo scendere per la cresta, un temporale quassù non sarebbe uno scherzo, quindi gambe in spalla e giù di corsa per il sentiero d'andata, fino a quando non capiamo d'aver scampato il peggio.
Rientriamo nel bosco proprio mentre si alza un vento impetuoso, dal quale i faggi ci riparano ottimamente, mentre i loro rami oscillano e fischiano lamenti ad ogni folata.
Perdiamo in poco tempo il dislivello faticosamente raggiunto all'andata, decidendo anche di fare un salto alla cascata Cantagalli, a pochi minuti dal sentiero principale (indicazione nei pressi del ponticello di ferro).
Qui non resistiamo, e in pochi minuti siamo dentro la pozza formata dall'ultimo dei tre salti d'acqua che formano la cascata, gelida da paralizzare!

La pozza sotto la cascata Cantagalli

Il salto intermedio

Balzi d'acqua

Dopo la rinfrescata non rimane che scendere ancora per qualche minuto, fino a tornare al punto di partenza. Una breve deviazione sulla via del ritorno ci porta a Ceppo, dove svuotiamo a tempo record una pirofila di tagliatelle ai funghi e antipasti vari, parlando di come potrebbero essere d'inverno quei canali esposti a nord in val Fiumata...

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