venerdì 5 ottobre 2018

Ortler, Hintergrat (o Cresta del Coston)

La Hintergrat non è semplicemente l'ascesa alla bella vetta dell'Ortler (3.905 m) per una piacevole cresta: questo itinerario, con discesa per la lunga e articolata via normale, consente di compiere una magnifica e impegnativa traversata su una delle più affascinanti vette delle Alpi Retiche.
Pur con difficoltà tecniche tutto sommato modeste, la salita impone una buona preparazione a questo tipo di ambienti e un'attenzione costante.
Una volta raggiunta la vetta si deve infatti affrontare un lungo rientro, quasi più impegnativo della salita compiuta all'andata.
Via nel complesso stupenda e vivamente consigliabile, una salita completa e varia, per la quale consiglio di partire leggeri e ben allenati.

Accesso: Solda (BZ)
Tempo di percorrenza: 12/13 ore totali
Dislivello: 1.300 metri
Difficoltà: AD
Valutazione: ****


La bella vetta dell'Ortler è ben visibile già da Solda, dove però è ancora poco intuibile il percorso della Hintergrat e del periplo che si compie affrontando la famosa salita.
Aiutati dagli impianti di risalita (noi abbiamo usato quelli della seggiovia dell'Orso) si raggiunge con facile sentiero il Rifugio Coston (Hintergrathuette), sito a 2.661 mslm, base di partenza per la via, con una vista eccezionale sulla parete nord del Gran Zebrù.

Avvicinamento verso il Rif. Coston

Il Rifugio Coston e la parete Nord del Gran Zebrù

L'affascinante parete nord del Gran Zebrù

Da qui, davanti a una birra, si intravede già la prima parte della salita, da focalizzare adeguatamente alla luce del sole per evitare di sbagliare strada la mattina col buio.
Dopo una cena a base di uova, speck e patate, decidiamo di partire molto presto la mattina, in modo da non trovarci sul ghiacciaio del ritorno nelle ore più calde della giornata.
La prima parte della salita è sostanzialmente una faticosa camminata: si imbocca il sentiero glaciologico che parte dal Rif. Coston e, nei pressi di una crestina ghiaiosa, si devia a destra (ometti), tralasciando la traccia che prosegue verso il ghiacciaio.
Da questo punto si continua a salire per ghiaie, guidati da sporadici ometti, fino all'inizio di una serie di canalini detritici, da affrontare in arrampicata (I-II).
In questo tratto, vista la grande franosità del terreno, è bene prestare molta attenzione, soprattutto in presenza di altre cordate.
Si giunge così ad una più solida cresta, da risalire con facile arrampicata, oltre la quale - superata un ultima paretina, si arriva al panoramico Ober Knott (3.466 mslm).
E'qui che, fermandoci a calzare i ramponi, siamo colti dalla bellissima alba.

Alba sul Gran Zebrù

Spettacolo!

Si supera ora, con attenzione a qualche piccolo e insidioso crepaccio, un'ampia sella nevosa, giungendo alla cresta posta alla sua estremità.

Il piccolo e secco ghiacciaio da superare

Qui si ricomincia ad arrampicare su facili roccette, seguendo sempre il filo di cresta, fino ad arrivare al caratteristico Signal Kopf (3.700 mslm), caratteristico gendarme da aggirare sulla sinistra sfruttando gli ancoraggi in loco per calarsi in doppia (lo sconsiglio) o per traversare più velocemente in conserva seguendo una netta cengia.
Inizia qui l'ultimo tratto della salita, il più impegnativo ma anche il più divertente.
Si affronta un primo ostico passaggio in un diedro lisciato (IV, da superare sfruttando una catena) per poi proseguire più facilmente sulla linea di cresta, sino a che questa diventa nevosa.

Tratti di facile arrampicata

Passaggi di III

Salire questo tratto nevoso (circa 60 metri) e agguantare nuovamente la cresta rocciosa, con arrampicata sempre piacevole e non difficile (II, un pass. III); superato un centinaio di metri di dislivello, si giunge alla bellissima croce di vetta.
Una cordata mediamente allenata impiega 4/6 ore dal rifugio Coston alla vetta dell'Ortles.
Il panorama su Gran Zebrù e Cevedale è stupendo; in lontananza si intravedono le Dolomiti del Brenta, la Presanella, i Palu, il Bernina.
Ci rifocilliamo e riposiamo un po', anche perchè la lunga discesa che ci attende richiede ancora molta energia e concentrazione.
Si inizia a scendere per ghiacciaio, affrontando anche un caratteristico crepaccio attrezzato con scala, prima di arrivare nei pressi del Bivacco Lombardi (3.300 mslm), posto su un panoramico sperone roccioso.

Caratteristico passaggio su scala

Da qui ci si può calare in doppia o scendere per un canale ghiacciato alla sinistra del Bivacco.
Si prosegue per il ghiacciaio, tormentatissimo in questo tratto, ancora per un po', sin quando questo termine, nei pressi di un primo tratto attrezzato, consistente in un traverso con pioli metallici e catena.
Oltrepassata questa sezione si prosegue per torrioni e crestine rocciose, dove è fondamentale avere piede fermo e massima attenzione.

Esposto tratto attrezzato

Torrioni

Alcuni tratti devono necessariamente essere disarrampicati, anche con discreta esposizione (I - II), in altri punti è possibile fare delle brevi doppie, mentre in alcuni punti è presente una solida ma faticosa ferrata, da percorrere sempre in discesa.
Superato un ultimo canalino roccioso in disarrampicata, si risale finalmente ad un intaglio, oltre il quale è visibile il Rif. Payer (3.029 mslm), termine delle difficoltà della giornata (circa 3 ore dalla vetta).
Qui ci fermiamo a pranzare prima di affrontare l'ultimo tratto di discesa su più agevole sentiero, toccando prima il Rif. Tabarretta per poi proseguire con il sentiero n. 4 fino al paese di Solda.
Salita nel complesso veramente completa, che compie un fantastico viaggio sulla bella cima dell'Ortler. L'impegno complessivo, più che la modesta difficoltà tecnica, dovrebbe qualificare l'ascensione come AD+.
Per una ripetizione consiglio di viaggiare leggeri: in salita sono sufficienti pochi rinvii e poche protezioni veloci (un mazzo di nuts è già abbastanza, noi avevamo anche tre friends).
Informarsi bene, prima di partire, sulle condizioni della salita e della discesa; alcuni tratti del ghiacciaio della normale sono molto tormentati e necessitano di molta attenzione.

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