venerdì 11 agosto 2023

Pala delle Masenade, Via Decima

Via di meritata fama, che regala ad ogni lunghezza un'arrampicata entusiasmante e su roccia pressochè perfetta.
La continua verticalità dell'itinerario non innalza di troppo l'asticella del grado, che si mantiene su un V classico, con ottime possibilità di protezione lungo i tiri.

Accesso: Passo Duran 
Tempo di percorrenza: 5/6 ore
Dislivello: 400 m svil.
Difficoltà: V/V+
Valutazione: ****


Dal Passo Duran imboccare il sentiero che dirige verso il Rif. Carestiato, percorrendo una comoda carrareccia.
In circa 40 min o poco meno si giunge al rifugio, dal quale si segue il sentiero dell'Alta Via n. 1, in direzione Rif. Vazzoler.


Quando il sentiero diviene sassoso si prosegue brevemente sino ad incontrare una evidente deviazione sulla destra: da qui si inizia a salire per terreno sassoso ma tutto sommato comodo, giungendo all'attacco della via, posto su una terrazza erbosa.
La via segue la direttrice di un evidente colatoio e già dal Rif. Carestiato ne è intuibile in parte l'andamento.

L1: salire su placca appoggiata, traversando verso sinistra, fino a giungere sotto una specie di antro alla base di un diedro (40 m, IV, III, sosta su 2 ch.)


L2: con movimenti decisi rimontare all'interno del diedro e seguirlo fino a delle terrazze biancastre sulla sinistra, dove sostare (30 m, V, abbiamo sostato su un fix a sx non trovando la sosta originale)
L3: proseguire per il diedro con grosse maniglie, quindi con un delicato spostamento verso destra rimontare una placca scura, salire poi fino ad una comoda cengia di sosta su clessidra (40 m, IV, V+)


L4: salire ancora per il facile camino, iniziando a traversare a sinistra al suo termine; reperito un chiodo salire ora verticalmente, traversando quindi nuovamente verso destra con passi delicati ma ben ammanigliati fino in sosta su cl. (35 m, IV, V) 
L5: per roccia scagliosa traversare lievemente a destra, salire poi per il diedro ricco di appigli fino a guadagnare una sorta di catino bianco dove sostare su cl. (40 m, IV, V-)


L6: proseguire per il colatoio ben proteggibile, filando circa 50 m di corda; noi siamo giunti a sostare ad un terrazzo a dx del colatoio che ci ha obbligati ad un espostissimo traverso nel tiro successivo, è probabile che vi sia una sosta più in linea con la direttrice della salita (50 m, IV/IV+)
L7: lunghezza stupenda che sale verticalmente su grandi prese, si passa inizialmente per un pulpito con due chiodi e cordone, dopo il quale si prosegue per facile e bellissimo strapiombo, che diviene poi colata nera e termina in un catino bianco (45 m, V)
L8: proseguire per il canale con difficoltà disomogenee (35 m, III+/IV)
L9: ancora per il colatoio seguendo la linea di minore difficoltà; si esce nei pressi di un grosso terrazzo con due imponenti massi da sfruttare per la sosta.

Da qui, imboccando il sentiero sulla sinistra, sarebbe possibile iniziare la discesa. Volendo si può anche salire un ultimo bel tiro, cosa che abbiamo fatto più che volentieri vista la bellezza dei tiri percorsi sino a questo momento.

L10: con passo atletico (VI) rinviare un cordone su clessidra, quindi su difficoltà più contenute proseguire sino al termine del colatoio; un ometto di pietre sulla sinistra indica l'inizio del sentiero di discesa (40 m, VI, poi V)


Discesa: seguire la traccia di sentiero prima esile, poi più evidente e segnata da bolli, che in circa 60 min conduce nei pressi del sentiero utilizzato all'andata; da qui al Rif. Carestiato e quindi al Passo Duran.

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