mercoledì 27 giugno 2018

Pyramide du Tacul, Via Ottoz

Ambiente spettacolare, roccia magnifica, difficoltà contenute e arrampicata sempre divertente.
La Ottoz risale interamente, sino all'acuminata vetta, la Pyramide du Tacul, piccolo "satellite" del Monte Bianco situato a circa un'ora e mezza di cammino dal Rifugio Torino.
La via è sempre da ricercare e pochissimo (o per niente) attrezzata, salvo alle soste.
Le difficoltà sono contenute nel IV grado, con un paio di passi di IV+/V; nonostante ciò la salita non deve essere sottovalutata per ambiente, quota e rientro, regalando un discreto impegno complessivo.

Accesso: Rif. Torino (AO)
Tempo di percorrenza: 10 ore
Dislivello: 320 m. di sviluppo
Difficoltà: D, prevalentemente III e IV, qualche pass. IV+/V
Valutazione: *****

Scalare sul granito del Bianco, su uno dei più affascinanti ghiacciai alpini, al sole. La Ottoz alla Pyramide du Tacul è una salita adatta a chi intende iniziare a cimentarsi con questo tipo di vie, pur non essendo da sottovalutare.
Dal Rifugio Torino si impiega circa un'ora e mezza ad arrivare alla base della via: si procede sul ghiacciaio fino al Col Flambeau, oltre il quale si inizia a scendere in direzione della Pyramide du Tacul, già ben visibile.

Verso la base della Pyramide du Tacul

L'attacco della via è alla base della struttura rocciosa, sul lato sinistro, dove occorre superare una delicata terminale, probabilmente molto poco agevole a stagione inoltrata, quando l'esile ponte di neve potrebbe essere crollato.

L1: Il primo tiro sale dapprima per facili placchette, per poi traversare nettamente a destra e rimontare sul filo dello spigolo, dove si sosta su spuntone (20 m., III).

Sul traverso del primo tiro

L2/3: La seconda lunghezza (alcune relazioni spezzano questo tiro a metà) sale per un diedro, si sposta leggermente a sinistra a intercettare un altro diedro e rimonta nuovamente lo spigolo, sosta su spuntone (40 m., IV).
L4: Si traversa ora con molta esposizione verso sinistra, raggiungendo una sosta con cordoni e superando la stessa per una fessura cieca, oltre la quale per placca si raggiunge la sosta sulla sinistra (30 m., IV).
L5: Il quinto tiro risale con bella ed entusiasmante arrampicata il diedro fessurato posto poco a destra della sosta, andando a sostare alla base di un complesso di fessure sopra il quale è posto un evidente tettino (30 m., IV+/V).

Roccia da favola su L5

L6: Si sale ora facilmente seguendo le fessure sovrastanti la sosta, le quali conducono ad affrontare su buonissimi appigli il tetto, superabile agevolmente con un ultimo passaggio di V, dopo il quale si è in sosta (30 m., IV+/V).


Sotto al tetto del quinto tiro

L7: Il settimo tiro prosegue facilmente per i primi metri, andando poi a risalire in massima esposizione lo spigolo, per affrontare quindi una placca povera di appoggi (40 m., IV+ e V).
L8: Procedere ora per belle placche, solcate da grandi fessure che rendono entusiasmante la pur facile arrampicata, sostando sullo spigolo (30 m., IV).

Le belle placche appoggiate di L8

L9: Il nono tiro si innalza sopra la sosta e supera una facile fessura, per procedere quindi sulla destra dello spigolo per facili placche e risalti, sosta su comodo pulpito (40 m., IV)
L10: Salire in diagonale verso destra e guadagnare per facili risalti l'acuminata vetta, sotto la quale si sosta.

Per la discesa è possibile calare in doppia sul versante nord-est della Pyramid, dove si trovano numerose soste attrezzate con cordoni e maglia rapida.
Probabilmente si riesce ad arrivare a terra con 5/6 doppie, ma noi - forse sbagliando linea di calata - ne abbiamo fatte 9 in totale, impiegando diverso tempo. Attenzione all'elevata possibilità di incastro delle corde in discesa!

Superamento della terminale al ritorno

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