mercoledì 19 agosto 2020

Il Monte Peralba per la Ferrata Sartor

Con la vetta a toccare quota 2.694 mslm il Peralba è, dopo il Coglians, la seconda vetta delle Alpi Carniche, visibile in tutta la sua maestosità già dalla valle.
La ferrata Sartor è una valida alternativa alla via normale (che si percorre in discesa) per raggiungere la panoramica vetta.
Sentiero nel complesso impegnativo e faticoso, con discesa da non sottovalutare.

Accesso: Rif. Sorgenti del Piave, Sappada (UD)
Tempo di percorrenza: 5.30 h a.r.
Dislivello: 900 metri
Difficoltà: EEA
Valutazione: ****


Poco prima di raggiungere il Rif. Sorgenti del Piave si parcheggia nell'ampio spiazzo nei pressi dell'imbocco del sentiero per il Rif. Calvi, prima tappa della giornata.
La salita al Rif. Calvi è comoda ma decisamente ripida e faticosa: in circa 40/45 minuti si giunge per carrareccia e tracce di sentiero al panoramico balcone su cui sorge il Rifugio.

Il Peralba visto dall'attacco del sentiero per il Rif. Calvi

Rif. Calvi

Nei pressi di quest'ultimo, compiendo una breve deviazione dal percorso, è possibile visitare le interessantissime fortificazioni militari risalenti alla guerra, alle pendici del Monte Chiadenis.

Il Rif. Calvi ed il M. Peralba dalla vicina forcella fortificata

Fortificazioni ai piedi del M. Chiadenis


Per raggiungere l'attacco della ferrata, invece, si prosegue, oltre il Rif. Calvi, seguendo l'evidente segnaletica per il Passo Sesis.
La traccia è scomoda e ghiaiosa, decisamente faticosa in salita ed altrettanto in discesa.
Dopo alcuni minuti di cammino, in ogni caso, si incontra un evidente cartello che indica il bivio per la ferrata Sartor, nei pressi del quale si piega decisamente a sinistra, oltrepassando un cartello rosso di segnalazione per la ferrata.
Su traccia ripida e terrosa ci si porta adesso all'attacco della ferrata, segnalato con targa bianca.

Il Rif. Calvi dall'attacco della Ferrata Sartor

L'attacco della ferrata

La salita attrezzata presenta una prima sezione più ripida, con pioli, per poi appoggiare e divenire più facile.
Al termine della ferrata la croce di vetta è raggiungibile per faticoso terreno roccioso in circa 20 minuti.



Raggiunta la vetta (croce, campana e madonnina), spesso molto frequentata, si procede lungo la cresta in direzione Passo Sesis, ad intercettare la via normale di salita, per la quale si dovrà scendere.
Questa via è intitolata al Papa Giovanni Paolo II, che la percorse nel 1988.
La cresta richiede ora passo sicuro e si fa discretamente affilata, sino ad un evidente intaglio segnato da due targhe: una in ricordo dei caduti ed una per il Papa.
Oltre l'intaglio si intercetta, sulla sinistra un ripido canale pietroso, attrezzato con cavo metallico, per il quale occorre scendere con molta attenzione, anche a causa del fondo non molto stabile.

Il ripido canale di discesa della normale

Al termine del canale si prosegue su terreno ripido e detritico, a tratti esposto, con necessità di disarrampicare qualche breve facile passo.
Giunti al Passo Sesis è possibile ancora ammirare alcune fortificazioni della guerra, pienamente intatte e raggiungibili con pochi minuti di cammino.


Dal passo, con traccia ora ampia ma ghiaiosa e faticosa, si raggiunge in pochi minuti il Rifugio Calvi e quindi il parcheggio per la strada percorsa all'andata.


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