lunedì 3 agosto 2020

Grossglockner, Studlgrat

Con i suoi 3.798 metri di altezza il Grossglockner, nel gruppo degli Alti Tauri, è la più alta vetta dell'Austria.
La vista che si ha salendo da valle è imponente, così come gli ambienti che si attraversano durante questa bella salita, un po'più tecnica della via normale, dalla quale si scende.
L'ascensione è panoramica e piacevole, le difficoltà non eccessive ma comunque da non sottovalutare. Attenzione particolare al meteo, che oltralpe può giocare brutti scherzi anche in piena stagione estiva.

Accesso: Kals Am Grossglockner, Rif. Lucknerhaus (Austria)
Tempo di percorrenza: 2 h al Rif. Studlhutte, 8/10 h la via
Dislivello: 900 m al Rif. Studlhutte, 1000 m la via
Difficoltà: AD/AD+, pass. III+
Valutazione: ****


Punto di accesso per la salita del Grossglockner è il Rif. Lucknerhaus, poco distante dal paesino di Kals Am Grossglockner, raggiungibile tramite la Glocknerstrasse, strada di montagna a pagamento che risale panoramicamente fino a quota 1.920 m.
Parcheggiata l'auto si prende l'evidente sterrata che sale verso il Rif. Luckner Hutte, diventando quindi sentiero sino al al Rif. Studlhutte (900 m disl., circa 2h/2.30).
Già lungo questo bel percorso si vede evidente la meta della salita, imponente a sormontare la valle.

Il Grossglockner domina la vallata durante la salita allo Studlhutte

Il Rif. Studlhutte, a quota 2.801 m, è l'appoggio per la salita: con prenotazione si dorme in camerone e si mangia bene e abbondantemente.
L'avvicinamento inizia dall'evidente gobba antistante il Rifugio, da risalire per traccia (omini) alla luce delle frontali, guadagnandone la sommità ed immettendosi nel ghiacciaio Teischnitzkees.

La Studlgrat vista dalle prime propaggini del ghiacciaio Teischnitzkees

Si risale ora il ghiacciaio (poco crepacciato, ma attenzione) alla vista dell'imponente vetta del Grossglockner e della via di salita, l'evidente cresta esposta a sud-ovest.
Seguendo la traccia su ghiacciaio, se presente, si punta alla base della cresta rocciosa, raggiungendo l'attacco della via, nei pressi di un paletto metallico (contare 1h 30 dal rifugio).

La prima parte della via, fino al Frühstücks-platzl (letteralmente "posto per la colazione") oppone difficoltà contenute, con passaggi che non superano il II+: noi abbiamo proceduto in conserva, sfruttando i pochi paletti presenti, alcuni preferiscono salire slegati.
Giunti al Frühstücks-platzl un'evidente targa gialla avverte che se si sono superate le 3 ore per arrivare a questo punto occorre valutare una ritirata, in quanto la parte superiore della via oppone difficoltà maggiori.

Nei pressi della targa gialla che segna lo "spiazzo della colazione"

La prima parte della cresta percorsa

Da qui, anche chi fosse salito slegato, dovrebbe assicurarsi perlomeno in conserva.
Le difficoltà in effetti aumentano, anche se d'ora in poi saranno più frequenti i golfari ed i paletti per l'assicurazione della progressione.

Tratti in esposto traverso

Facile arrampicata

Subito dopo la targa gialla si trova un primo tratto attrezzato con canapone e cavo, al quale segue una serie di passaggi mai banale ma mai eccessivamente difficile.
Il passaggio più delicato, a mio parere, è una liscia placca da affrontare in traverso (presenti 2 provvidenziali golfari) e abbastanza esposta.
La via oppone nel complesso difficoltà fino al III+, ed è facilmente individuabile grazie ai segni dei ramponi sulla roccia ed alle protezioni presenti; nei tratti più ostici è possibile fare qualche tiro di corda, utile in caso di neve o verglas; in circa 2 ore dal Frühstücks-platzl si giunge infine in vetta..

Bei tratti verticali

Una cordata di ungheresi dietro di noi

Dalla croce sommitale si scende ora per la via normale, spesso affollatissima: ci si abbassa per roccette (II, paletti) fino alla sella che separa la vetta dall'anticima. Si supera l'intaglio sfruttando un cavo d'acciaio e si risale all'anticima, si attraversa un'esile cresta nevosa e si scende ancora per roccette (II) sfruttando i vari paletti presenti, giungendo in tal modo ad una sorta di piccolo spiazzo sopra ad un evidente canale nevoso.
Discendere ora il canale (40°, attenzione, pericoloso con ghiaccio o neve cotta dal sole), traversando dopo circa 30 metri sulla sinistra (faccia a valle), raggiungendo in tal modo delle corde fisse che aiutano a mettere piede sul ghiacciaio. 
Noi, visto l'affollamento indescrivibile di questo tratto e le condizioni di neve marcissima (almeno 3 persone sono scivolate nel canale, riuscendo fortunatamente a fermarsi), abbiamo preferito fare due doppie da 25 m ognuna: dopo una prima calata si rinviene, sulle rocce a destra del canale (faccia a valle) un golfaro che consente di giungere al ghiacciaio con una seconda doppia.
Dalla base della parete si scende ora al vicino Rif. Erzherzog-Joahann Hütte, a quota 3.454 m, dal quale si imbocca una facile ferrata che in breve conduce al ghiacciaio sottostante.

Al Rif. E. Joann Hutte

Seguendo il ghiacciaio, prima in discesa e poi lungamente pianeggiante, in ambiente spettacolare e maestoso, si giunge ad una evidente traccia di sentiero che porta finalmente allo Studlhutte.

Bellissimo ambiente durante il rientro

Noi, procedendo in conserva lungo la via e facendo una discreta fila in discesa a causa dell'affollamento della normale, abbiamo impiegato in tutto 8h30.
Dal rifugio si rientra all'auto per il sentiero percorso all'andata, circa 2 h.
Per una ripetizione utili 5/6 rinvii, qualche friend e n.d.a. 

Nessun commento:

Posta un commento