domenica 21 febbraio 2021

Torre di Luna, Monte Bove Sud

Relazionata nelle varie guide come una semplice "cascata di ghiaccio", Torre di Luna è in realtà una bella via d'ambiente, che va oltre le due lunghezze di corda necessarie per uscire dalle difficoltà.
La salita, situata in alta Val di Panico, deve essere affrontata nelle giuste condizioni di assestamento del manto nevoso, ciò in quanto i pendii sommitali sono soggetti a enormi distacchi; la stessa Val di Panico è del resto nota per l'estrema valangosità dei propri versanti.

Accesso: Casali di Ussita (MC)
Tempo di percorrenza: 7 ore
Dislivello: 1.000 m (120 m la cascata)
Difficoltà: D, 2+
Valutazione: ****


Torre di Luna è una salita storica del Gruppo dei Sibillini, una cascata purtroppo tristemente nota per la tragica morte di Gian Carlo Grassi, situata in ambiente isolato e assolutamente affascinante.
La cascata si trova nella parte alta della Val di Panico, su uno dei canali che formano i contrafforti del Monte Bove Sud, circa a quota 1.800 m.
Per raggiungere il salto le possibilità sono due: 1) partire da Frontignano di Ussita, raggiungere la sella che separa Monte Bove Nord da Monte Bove Sud e scendere per il ripido canale Nord-Est della Val di Panico, traversando poi a sinistra sino all'attacco della colata; 2) partire da Casali di Ussita, salendo la Val di Panico e scendendo il suo canale Nord-Est al rientro.
In entrambi i casi gli sci sono forse la scelta più comoda per avvicinamento e rientro, viste le lunghe distanze da percorrere.
Noi abbiamo preferito la seconda soluzione e siamo saliti da Casali: dopo una mezz'ora di sci in spalla siamo finalmente riusciti a infilare le pelli, salendo comodamente fino al pianoro sottostante la cascata.
In corrispondenza di un comodo masso affiorante ci siamo quindi preparati, lasciando sci e zaini, salendo leggeri il grande conoide che porta all'attacco della via.

La cascata Torre di Luna vista durante l'avvicinamento dalla Val di Panico

L'attacco di Torre di Luna

Abbiamo effettuato in questo modo due tiri di corda: il primo di 60 metri pieni, con i primi metri in ghiaccio più ripido (2+) e poi per comoda e stabile comba nevosa, andando a sostare con viti su una fascia di ghiaccio affiorante.
La seconda lunghezza, di poco più facile della prima, consente di affrontare il secondo salto della cascata, uscendo sul pendio sommitale, dove abbiamo allestito sosta con le picche piantate nella neve.
Da qui, in conserva, siamo saliti alla sommità del pendio, panoramico pulpito sulle circostanti vette.
Ovviamente è possibile anche spezzare la cascata con un ulteriore tiro; non abbiamo però visto soste già attrezzate in loco.

In uscita dal secondo tiro

La cascata è solamente in parte di ghiaccio, formandosi prevalentemente di alpin ice, più agevole da scalare ma anche meno proteggibile, soprattutto nella parte alta, dove comunque si trovano buone piastre di ghiaccio dove infilare alcune viti.
Dopo il primo tiro, sulla sinistra, è presente un buon albero che potrebbe tornare molto utile nel caso in cui la parte alta della cascata non fosse formata e si dovesse scendere.
Dalla sommità del pulpito, per rientrare alla Val di Panico, si traversa verso la sella che separa Monte Bove Nord e Monte Bove Sud, imboccando il ripido canale Nord-Est (attenzione), che in breve riporta al masso affiorante al centro della conca.
Da qui, con gli sci, la discesa fino alle Sorgenti di Panico è rapida e divertente; con un'altra mezzora di cammino si torna, sci in spalla, alla bella frazione di Casali.

Pronti a scendere!

La bella Val di Panico

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