domenica 21 agosto 2022

Tofana di Rozes, Primo Spigolo, Via Alverà-Pompanin

Itinerario classico, probabilmente il più modesto tra i numerosi presenti sulla Tofana, ma sicuramente meritevole e di grande soddisfazione.
La scalata è sempre aerea e la roccia ottima, anche se in alcuni punti alquanto levigata dai numerosi passaggi. 
Le soste sono quasi tutte attrezzate con 2 fix, cosa che consente di fare tiri lunghi e di risolvere con poco più di 10 lunghezze di corda una via di quasi 500 metri di sviluppo.
In loco, complice l'elevata frequentazione, sono presenti molte protezioni, ma è indispensabile integrare per una progressione sicura.

Accesso: Rif. Dibona (BL)
Tempo di percorrenza: 5 ore
Dislivello: 480 m svil.
Difficoltà: IV+/V, alcuni passi V+
Valutazione: ****


Dal grande piazzale del Rif. Dibona iniziare a salire seguendo le indicazioni per la Via Ferrata Lipella, affrontando il sentiero che ripidamente, con vari tornanti, conduce alla base dell'enorme parete della Tofana di Rozes.
Qui giunti, procedere sulla traccia verso destra, giungendo in pochi minuti alla base del primo spigolo, caratterizzata da un evidente diedro, ove si sviluppa la prima parte della via.
Tenere in considerazione che i tiri qui descritti sono in funzione delle soste a fix presenti e che lungo la via è possibile reperire anche ulteriori soste a chiodi, che comportano però la necessità di realizzare un numero maggiore di lunghezze. L5 e L6 possono essere uniti ma ciò comporterebbe fastidiosi attriti e l'impossibilità di vedere il compagno in un tratto di arrampicata abbastanza impegnativo.

L1: salire per il diedro con buone prese ma abbastanza verticale, sostando su fix sulla sinistra in comodo terrazzino (50 m, IV)

Il diedro dove corrono i primi 2 tiri

L2: lunghezza chiave, affrontare con arrampicata atletica e continua il diedro sovrastante, aiutati dalle numerose protezioni presenti, fino ad uscire su comodo terrazzo al termine del diedro stesso, sosta su fix (50 m, V+)


L3: per la paretina sopra la sosta su facili rocce, prima verso sinistra, poi verso destra a cercare lo spigolo, sostando su terrazzino (50 m, III)


L4: su ottima e piacevole roccia procedere arrampicando sullo spigolo, cercando il facile, fino a sostare su altro terrazzo con 2 fix (50 m, IV-)


L5: ignorare lo spit in alto, ma alzarsi appena dalla sosta e traversare decisamente a dx, esposto, facendo attenzione ed alcune scaglie instabili, sostare quindi scomodamente su piccola cengia (20 m, IV)

Il traverso esposto di L5

L6: affrontare la fessura sovrastante la sosta, molto levigata e unta, quindi superare con passo atletico lo strapiombino (provvidenziale ch.) e scalare su minori difficoltà la rampa tendente verso dx sino alla sosta su due fix (V+, poi IV, 30 m)

Una cordata in uscita dal non banale passo di V+ di L6

L7: alzarsi sfruttando l'evidente fessura, spostarsi quindi a dx e giungere ad una piccola cengia, dalla quale diparte un camino con passo iniziale molto unto per i piedi; salire quindi il camino con difficoltà più modeste e guadagnare la grande cengia, attraversandola e sostando sul filo dello spigolo (50 m, IV, V-, poi III)


L8: scalare il diedro sovrastante la sosta con ampie spaccate, proseguire poi lungo un sistema di diedri e piccoli strapiombi, con arrampicata sempre abbastanza fisica, sosta su terrazzo sul filo dello spigolo (50 m, V-)
L9: traversare leggermente a destra dello spigolo, quindi salire con alcuni passaggi più impegnativi sino ad una comoda sosta (30 m, IV+)


L10: affrontare la paretina sopra alla sosta, quindi il grande diedro, con alcuni passaggi più fisici, uscendo a sostare nei pressi di un intaglio su comodi spuntoni (40 m, IV+)
L11: salire inizialmente per facile placca, poi affrontare un paio di passi su strapiombini ben ammanigliati, quindi per placca più facile verso destra, sino alla sosta su 2 ch. su piccola cengia nei pressi di una nicchia (40 m, IV+)

Vertiginosa vista sul vicino pilastro e sugli impegnativi itinerari che lo salgono

L12: affrontare la paretina sovrastante la sosta e seguire il facile, uscendo infine sul filo di cresta; seguire quest'ultimo su difficoltà contenute e puntare al caratteristico gendarme posto in cima al pilastro, appena dopo l'intaglio si reperisce l'ultima comoda sosta su 2 fix (50 m, IV+ poi III).

Discesa: seguire la traccia evidente ma, arrivati alla confluenza del grande ghiaione che scende da sx, risalirlo seguendo piccoli bolli e la traccia stessa. Guadagnare così una cengia inizialmente spaziosa e via via più stretta (un paio di pass. esposti ma ammanigliati) che conduce ad una forcella, alla quale si perviene scalando un breve canalino ghiaioso (II+). Da qui scendere il ripido ghiaione in direzione del Rif. Giussani, rientrando poi al Rif. Dibona per ottimo sentiero. 


NB: dal termine della via, senza risalire il ghiaione, si può procedere anche dritti, per traccia evidente, ma ciò comporta la necessità di transitare su espostissima cengia detritica, con necessità di assicurarsi (probabilmente sono presenti alcuni golfari).

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