venerdì 6 agosto 2021

Cima Grande di Lavaredo, Spigolo Dibona

Lo Spigolo Dibona alla Cima Grande è una delle grandi classiche di IV grado delle Dolomiti, una salita logica e di ampio respiro ad una vetta emblematica.
L'arrampicata è in grande ambiente e si svolge su roccia prevalentemente buona, anche se non mancano tratti, in salita ed in discesa, dove prestare la necessaria attenzione, anche a causa dell'inevitabile affollamento.
In via sono presenti alcune protezioni ma occorre integrare opportunamente; le soste sono presenti ma, viste le possibili varianti di salita, potrebbe essere necessario attrezzarne alcune, o comunque rinforzarle.
La discesa non è da sottovalutare e si svolge in ambiente esposto, con necessità di numerose calate.
Partire presto, attenzione al meteo.

Accesso: Rif. Auronzo (BL)
Tempo di percorrenza: 5/6 ore la salita in vetta, altre 4/5 la discesa
Dislivello: 450 m. svil.
Difficoltà: IV/IV+, 1 pass. V
Valutazione: *****


Tramite esosa strada a pagamento (Euro 30 giornalieri) raggiungere il Rif. Auronzo da Misurina e parcheggiare.
Procedere per la comoda carrareccia costeggiando le Cime, fino ad affacciarsi sulla chiesetta. Salire qui fino alla forcella di Lavaredo, spettacolare balcone sulle Tre Cime.
Da qui la via di salita sulla Cima Grande, per il suo monolitico spigolo, è già evidente e logica: portarsi all'attacco, posto alcuni metri a sinistra dello spigolo, per evidente traccia su ghiaione (possibile breve nevaio alla base).

Nevaio nei pressi dell'attacco

Non reputo possibile descrivere singolarmente le varie lunghezze di corda che compongono la salita, in quanto da un lato abbiamo spezzato alcuni tiri rispetto alle relazioni originare e dall'altro credo di non aver sempre seguito alla lettera le relazioni che avevamo studiato.
In via abbiamo incontrato varie cordate che ci precedevano, con le quali abbiamo in parte diviso la salita; abbiamo trovato sempre delle discrete soste, senza mai necessità di allestire da zero. 

La via inizia, poco sopra la base dello spigolo, in corrispondenza di una netta fessura verticale ma ben appigliata, superata la quale si traversa lievemente a destra.
Si salgono quindi alcune paretine, fino ad un più verticale risalto dove l'arrampicata si fa più aerea, con un passaggio valutabile di V; in loco varie protezioni. 

Una delle prime lunghezze

Oltre le prime quattro lunghezze la parete si corica e la via diviene più facile, con difficoltà di III e IV grado, con qualche sporadico passaggio valutabile IV+.

La parete si corica


Indicativamente abbiamo sempre seguito lo spigolo, arrampicando qualche metro alla sua sinistra, senza mai scostarci troppo dallo stesso.
La via originale, nella seconda parte, dovrebbe passare in alcuni tratti in piena parete: da quel che abbiamo potuto vedere, però, tale zona è formata prevalentemente da cenge ghiaiose, probabilmente agevoli da scalare ma senz'altro controindicate per il rischio di far cadere pietre.
In un paio di soste, poste sul filo dello spigolo, si può ammirare da vicino la verticalità della parete nord.
Le relazioni consultate fornivano indicazioni per circa 11 tiri, noi ne abbiamo percorsi almeno 15 fino alla cengia circolare.
Da questa cengia, volendo, si può proseguire con l'arrampicata fino in vetta (credo siano necessari circa 4 tiri di corda) oppure, come da noi fatto e come credo facciano in molti, raggiungere la vetta raccordandosi alla via normale.
In questo secondo caso occorre procedere per la cengia (ometti) ed oltrepassare un incassato canalone, oltre il quale ci si congiunge alla normale.
Si prosegue qualche decina di metri lungo la cengia fino a individuare, sempre grazie ad alcuni ometti, una zona di rocce più coricate dove si inizia a salire. Si affrontano un paio di caminetti con singoli passi fino al III, facili ma su roccia levigatissima dai passaggi. Noi siamo saliti sciolti, ma potrebbe essere un'idea condivisibile legarsi.
Dal raccordo con la normale in circa 20 min si giunge alla bella e panoramica vetta con croce.

Ultimi metri prima della vetta

La vicina Cima Piccola

Discesa: seguire a ritroso l'ultimo pezzo percorso fino alla vetta, fino alla congiunzione con la normale. Vista la roccia lisciata abbiamo effettuato in questo tratto n. 3 brevi calate.
Giunti all'incrocio con la normale si scende brevemente per terreno esposto (omini) fino a individuare un anello di calata: scendere in doppia per 30 metri.
Da qui compiere un'ulteriore calata (circa 25 m) fino ad una sorta di cengia e, con altro anello calare ancora per 30 metri, guadagnando terreno ora camminabile.
Seguire i numerosi omini, scendere disarrampicando un facile canale e individuare altro anello per calata, di 30 m, fin dentro una sorta di canale.
Spostarsi a piedi, circa 20 m, fino ad un intaglio, dove compiere ora una corta calata in diagonale fino ad un pulpito, dal quale calare ulteriormente (40 metri, possibile intermedia).
Seguire ora gli ometti verso destra (faccia a valle) e per comoda cengia giungere all'imbocco di un vertiginoso canale. Disarrampicare con facilità all'interno di questo, raggiungendo così un ultimo salto più ostico che si supera con una breve calata (o disarrampicando, ma dopo tante ore in parete abbiamo ritenuto saggio approfittare dei comodi fix con maillon).
Seguire ora il franoso canale posto tra la Cima Grande e la Cima Ovest su terreno malagevole (nevaio, sassi instabili) fino ad uscirne su terreno aperto.
Per ghiaie raggiungere ora la strada carrozzabile nei pressi del Rif. Auronzo.

Il franoso ultimo canale di discesa

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