venerdì 28 agosto 2020

Il Sentiero del Centenario

Straordinario itinerario, lungo e impegnativo, che si svolge in quota e su terreno spesso esposto, ripido e roccioso.
Il dislivello da affrontare è importante, così come lo sviluppo del percorso, una cavalcata eccezionale, tra le più belle dell'Appennino, che in traversata tocca tutte le cime del versante meridionale del gruppo del Gran Sasso: Brancastello (2.385 m), Torri di Casanova (2.362 m), Infornace (2.469 m), Prena (2.561 m) e Camicia (2.564 m).
I tempi di percorrenza, chiaramente, non dipendono unicamente da sviluppo e dislivello, ma anche dai moltissimi tratti tecnicamente impegnativi da affrontare: mediamente contare circa 10 ore da Vado di Corno a Fonte Vetica. 
 
Accesso: Vado di Corno (piana di Campo Imperatore)
Tempo di percorrenza: mediamente 10 ore 
Dislivello: 1.500 m in salita e 1.700 in discesa
Difficoltà: EEA/PD
Valutazione: *****


Il Sentiero del Centenario è la lunga traversata che, quasi sempre in cresta, giunge al Monte Camicia dal Vado di Corno, toccando nell'ordine il Monte Brancastello, le Torri di Casanova, il Monte Infornace ed il Monte Prena.
In totale si percorrono circa 18 km, affrontando poco meno di 1.500 m di dislivello in salita fino in vetta al Camicia, con percorso mai banale e che impegna una giornata intera. 

La piana di Campo Imperatore all'alba

Correndo dove possibile e procedendo svelti sui tratti di arrampicata abbiamo impiegato 5 ore e 45 minuti, ma ordinariamente è ragionevole considerare una percorrenza di 9/10 ore.
L'itinerario, vista la lunghezza e la quota, deve essere affrontato partendo molto presto, con meteo assolutamente stabile e con buon allenamento, viste anche le poche possibilità di fuga in caso di problemi.
Il senso di percorrenza ideale è da Vado di Corno a Fonte Vetica, in quanto a) si affronta meno dislivello; b) i tratti attrezzati sono percorsi in salita; c) il canalino che sale alla vetta del Camicia è nettamente più agevole in salita che in discesa.
Occorre in ogni caso organizzarsi con due auto, lasciando una macchina al parcheggio di Fonte Vetica.

Poco prima di iniziare le curve per Campo Imperatore, lungo la piana, si prende una piccola sterrata a destra, dove si parcheggia in corrispondenza di uno slargo: Vado di Corno è già ben visibile di fronte.
Si inizia a camminare sulla sterrata, raggiungendo quindi il Vado, con spettacolare vista sul Corno Grande e sulla Valle dell'Inferno.

I canali che incidono il versante sud di Monte Aquila

Spettacolare vista del Corno Grande dal Vado di Corno

Da qui si procede per sentiero agevole e sempre ben marcato, salendo via via sino al Monte Brancastello, prima tappa della lunga giornata.

Vetta del Monte Brancastello

Dalla vetta si perde ora dislivello, percorrendo l'aerea cresta che conduce fino alla base delle eleganti Torri di Casanova.
Qui inizia la ferrata Familiari, recentemente riattrezzata e piacevole: iniziano qui anche le vere e proprie difficoltà tecniche.

Attacco della ferrata Familiari

Tra le Torri di Casanova e la vetta del Monte Infornace si susseguono infatti numerosi tratti attrezzati, spesso con cavi vecchi e da verificare, tratti non attrezzati e molto esposti, crestine di roccia e traversi, che richiedono passo sicuro e buona capacità di movimento su terreni di questo tipo.

Tratti attrezzati


La vetta del Monte Infornace, benchè a prima vista vicina, si raggiunge dopo una lunga serie di risalite, discese e canalini di roccia.

Vetta del Monte Infornace

Si scende ora (non la traccia a dx con bandierine, ma a sx con bolli) alla sella che separa il Monte Infornace dal Monte Prena, prossima tappa della traversata.
Dalla sella si risalgono alcuni brevi tratti attrezzati (attenzione, in un passaggio vi è una corda in sostituzione di un cavo strappato, verificarne lo stato in quanto risulta scalzata in un punto, agosto 2020).
La traccia, dopo essersi inerpicata per terreno ghiaioso e faticoso, giunge infine in vetta al Prena, nei pressi della croce metallica.

Vetta del Monte Prena

Dal Prena si procede ora in direzione sud lungo la rocciosa cresta: dopo circa 50/70 metri dalla vetta, giunti nei pressi di un intaglio, si scende per un ripido canale sul versante nord.
Il Monte Camicia, visto da qui, sembra (ed in effetti è) lontanissimo.

Il lontanissimo Camicia

Terminata la faticosa discesa si procede per terreno più facile e belle creste fino al Vado di Ferruccio, dove si può scendere in caso di problemi, seguendo la traccia che conduce alla miniera dismessa.
Per la vetta del Camicia si prosegue invece per traccia, sempre meno evidente, fino ad intercettare un canale ghiaioso che sale ripidamente sulla sinistra.
Seguendo dei grandi bolli di vernice si risale il canale su terreno faticoso e in parte franoso: è l'ultima difficoltà della giornata ma occorre piede fermo e molta attenzione a non far cadere pietre su chi ci segue. Questo tratto, in discesa, può essere decisamente ostico.

Canalino finale per la vetta del Monte Camicia

Usciti dal canale ancora pochi metri di facile sentiero separano della vetta del Camicia, meta della traversata.


La discesa avviene per il sentiero (faticoso, pietroso) che costeggia il Vallone di Vradda e giunge al parcheggio di Fonte Vetica.

Verso Fonte Vetica

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