Il Grossvenediger, con i suoi 3.666 metri d'altezza è il terzo rilievo dell'Austria.
Nel parco degli Alti Tauri è una delle vette più frequentate, anche per l'accesso non difficile, soprattutto se affrontato in due giorni.
Anche per una questione di tempi abbiamo scelto di salire tutto in giornata: vetta stupenda e panorami da togliere il fiato, anche se il ghiacciaio è in qualche tratto un po'monotono.
Tempo di percorrenza: 8 ore
Dislivello: 1.500 metri
Difficoltà: EEA
Valutazione: ****
Dal paesino di Hinterbichl, con l'apposito servizio di navette, si raggiunge il Rif. Johannis Hutte, primo punto d'appoggio per la salita.
Il rifugio è comodo e i cameroni non sono giganteschi, ovviamente la birra è ottima!
Partiamo che è ancora buio, salendo alla luce delle frontali i primi tratti di sentiero verso il Rif. Defregger Haus. La traccia è abbastanza ripida, ma evidente e non difficile da seguire.
Partenza notturna
Alle prime luci dell'alba iniziamo ad intravedere il Grossvenediger, con il grande ghiacciaio che dovremo poi percorrere.
Il sentiero sormonta dei valloni da fiaba, contornati da vette di ogni forma e colore.
Un ruscello di scioglimento dei ghiacci ci accompagna durante quasi tutta la salita, durante la quale riusciamo anche ad intravedere alcune timorose marmotte saltellare tra i coloratissimi macigni di granito.
Un ultimo tratto di sentiero più ripido e siamo alla Defregger Haus, dove - vista anche l'ora - non resistiamo ad un tè bollente e ad una fettona di strudel.
Da qui, seguendo un sentiero di sfasciumi, in breve si raggiunge l'attacco del ghiacciaio.
Legati in conserva si procede, ramponi ai piedi, su un terreno a tratti monotono: superata la prima parte del ghiacciaio si deve affrontare un lungo plateau del quale non sembra mai arrivare la fine.
In compenso abbiamo trovato solo un paio di crepacci aperti e comunque agevolmente superabili.
L'ultima parte del percorso transita per una affilata cresta, che diventa strettissima e ghiacciata nel tratto che divide la vetta dall'anticima.
Dalla croce di vetta il panorama è incredibile, vastissimo. Unica pecca il grande affollamento per la foto di rito, guardandoci intorno capiamo subito di essere gli unici italiani.
Degno di nota un gruppo di germanofoni che affronta la cresta ghiacciata finale senza piccozza nè ramponi, armeggiando in modo abbastanza preoccupante con una vite da ghiaccio nel tentativo di farsi sicura con quello che probabilmente credono sia un mezzo barcaiolo...
Degno di nota un gruppo di germanofoni che affronta la cresta ghiacciata finale senza piccozza nè ramponi, armeggiando in modo abbastanza preoccupante con una vite da ghiaccio nel tentativo di farsi sicura con quello che probabilmente credono sia un mezzo barcaiolo...
Il ritorno è per la medesima via percorsa all'andata, con 1.500 metri di dislivello da scendere fino alla Defregger Haus prima e al Rif. Johannis Hutte poi. Un birrone come giusta conclusione della salita e di corsa sulla navetta diretta a Hinterbichl.
bella ascensione ..... presto anche noi dall'Abruzzo !!!! Bart
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