venerdì 23 agosto 2013

Cima Catinaccio, Via normale

La grandiosità dell'ambiente che circonda il Catinaccio, o Rosengartenspitze, lascia senza fiato. La via normale alla vetta, per quanto di discreto impegno fisico, non presenta difficoltà particolari ed è sicuramente una bellissima esperienza.
Le soste sono tutte attrezzate perlomeno con chiodi (anche se vecchi), un po'di attenzione durante la discesa in doppia.

Accesso: Pera (TN)
Tempo di percorrenza: 5 ore (dal Rif. Re Alberto)
Dislivello: 400 metri l'avvicinamento, 170 metri la via
Difficoltà: EEA / III+ / AD-
Valutazione: ****


Per l'avvicinamento occorre partire da Pera, in Val di Fassa. Dal piazzale della funivia, con l'apposito servizio navetta (non proprio economico, sono 9€ a/r) si arriva in pochi minuti al Rif, Gardeccia. Ora si prosegue a piedi per una comodissima carrareccia ed in circa 40 minuti si raggiungono i Rif. Vajolet e Preuss.
Da qui, imboccando il ripido vallone sulla sinistra (qualche facile tratto attrezzato con cavo metallico) si arriva al Rif. Re Alberto, posto di fronte alle magnifiche Torri del Vajolet.
Si prosegue ora, con salita meno ripida, verso il Passo Santner, ove sorge l'omonimo rifugio (30 minuti dal Rif. Re Alberto).
Per traccia abbastanza evidente si raggiunge quindi l'attacco della via, posto su un evidente canale che taglia la parete nel punto più basso (pochi metri sopra è visibile una piccola targa bianca).

Il canale dove corre la via di salita

L1: su per il canale, superando una breve strozzatura con rocce un po'levigate dai passaggi (III+), poi su roccette più facili e appoggiate fino alla sosta (anello resinato), posta di fianco alla targa bianca (20 m, nessun chiodo);
L2: ancora per il canale, per balze e facili roccette, superando da ultimo un'articolata ma divertente paretina (chiodo) fino all'anello resinato di sosta posto su un comodo ripiano (20 m, III, 1 chiodo - attenzione a non raggiungere, più in alto, una sosta con cordone su clessidra);
L3: a sinistra per facili roccette, poi per paretina appoggiata e ben appigliata (chiodo), al termine della quale si trova la sosta su due chiodi (20 m, III, 1 chiodo);
L4: traversare a destra lungo l'evidente fessura posta poco sopra la sosta, arrivando a scavalcare un pulpitino, dopo il quale si ritorna in vista del canale, sosta su 2 chiodi e spuntone (20 m, III, nessun chiodo, occhio ai cordini della sosta);
L5: per facili balze raggiungere un breve ed appigliato camino con cui attraversare il canale (III+), per poi proseguire su divertente paretina appoggiata fino alla forcella di cresta, ove si trova la sosta su anello resinato (25 m, nessun chiodo, panorama micidiale!).

Sosta del quinto tiro

Da quest'ultima sosta proseguire ora verso destra per roccette (I-II) lungo la panoramica e affilata cresta del Catinaccio (discretamente esposta), fino a raggiungere l'intaglio con la cima vera e propria.
Qui è necessario effettuare un ultimo tiro di corda per superare una fessura ed una breve paretina, dopo la quale in pochi minuti si giunge alla croce di vetta.
Purtroppo, causa un banale errore nella lettura della relazione, ci siamo fermati all'anticima, comunque spettacolare!

La cresta per la vetta, molto esposta

Verso Passo Santner

La discesa si effettua in corda doppia lungo il canale/camino, utilizzando con prudenza le soste presenti in loco, evidentemente vecchie (contare n. 4 calate da 30 metri, meglio non provare calate lunghe visto il rischio di intrecciare le corde).

Dal canale della via

Ritorno verso il Rif. Re Alberto e le Torri del Vajolet


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