Un giro veramente interessante, da fare col tempo bello.
Si passa, in due giorni di cammino, per alcuni dei luoghi più suggestivi del gruppo dei Sibillini: Val di Bove, Monte Bove Sud, Pizzo Berro, Monte Priora, Eremo di San Leonardo, Gola dell'Infernaccio, Val Tenna e Passo Cattivo.
Accesso: Frontignano, Hotel Felycita (GPS: 42.91964,13.165516)
Tempo di percorrenza: 10 ore il primo giorno, 8 ore il secondo
Dislivello: il primo giorno circa 1400 m in salita e 1000 m in discesa, il secondo giorno circa 1100 m in salita
Difficoltà: EE
Valutazione: ****
Si passa, in due giorni di cammino, per alcuni dei luoghi più suggestivi del gruppo dei Sibillini: Val di Bove, Monte Bove Sud, Pizzo Berro, Monte Priora, Eremo di San Leonardo, Gola dell'Infernaccio, Val Tenna e Passo Cattivo.
Accesso: Frontignano, Hotel Felycita (GPS: 42.91964,13.165516)
Tempo di percorrenza: 10 ore il primo giorno, 8 ore il secondo
Dislivello: il primo giorno circa 1400 m in salita e 1000 m in discesa, il secondo giorno circa 1100 m in salita
Difficoltà: EE
Valutazione: ****
Il dislivello non è poco e lungo il percorso ci sono tratti in cui bisogna stare un po'in campana, come la cresta di Forca della Cervara e la ferratina di Pizzo Berro.
Come detto serve un occhio anche al meteo: si passa per diverse creste sulle quali è meglio non trovarsi in mezzo ad un temporale.
Il punto di partenza è Frontignano: l'auto può essere parcheggiata nell'ampio piazzale dell'Hotel "Felycita".
Da qui, faccia all'Hotel, si prende il sentiero che parte proprio sulla sinistra e che conduce, con alcuni tratti un po'ripidi e ghiaiosi, sino all'imbocco della Val di Bove.
Cartello segnavia nelle vicinanze dell'Hotel "Felycita"
Il sentiero che conduce all'imbocco della Val di Bove
Raggiunta la valle gli spazi lentamente si aprono, facendosi più ampi: sulla sinistra il monte Bove Nord, sulla destra il monte Bicco e davanti l'impressionante circo glaciale che fa da testata all'intera valle.
Il monte Bicco alle prime luci dell'alba
La Val di Bove ed il circo glaciale
L'ombra del monte Bove Nord sulle nubi
Ora si punta verso il monte Bove Sud, cioè la formazione che si trova proprio sopra il circo glaciale.
Circa a metà valle, sulla destra, si fa evidente il sentiero che porta al Cristo delle nevi risalendo il pendio proprio sotto il monte Bicco.
Si può anche evitare di passare per il Cristo delle nevi svoltando a sinistra una volta raggiunto il monte Bicco, per attraversarlo e trovarsi direttamente sulla cresta che conduce al monte Bove Sud.
Il valico tra il monte Bicco e il Cristo delle nevi
Cristo delle nevi
Il panorama dall'inizio della cresta che conduce al monte Bove Sud: monte Bicco e monte Bove Nord
Giunti a questo punto si risale la cresta che porta al monte Bove Sud, scavalcando anche alcuni tralicci della funivia abbandonata che deturpano in modo osceno un posto veramente spettacolare.
Sotto i propri piedi, sporgendosi dalla cresta, il circo glaciale che sormonta la valle.
La cresta per il monte Bove Sud e il circo glaciale della Val di Bove
Panorama dal monte Bove Sud: la "doppia cima" della Sibilla in alto a sinistra
Genziane sul monte Bove Sud
Dalla vetta del monte Bove Sud, dopo una pausa per guardare gli immensi panorami che si aprono, inizia la parte più difficile del percorso: la cresta di Forca della Cervara che conduce sino alla ferratina di Pizzo Berro.
Attenzione ai passaggi su Forca della Cervara, cresta impressionante che mette in comunicazione la Val di Panico con la Val Tenna.
Guardando sulla sinistra si possono vedere le numerose doline che coprono la Val di Panico, sulla sinistra, invece, il sentiero di ritorno lungo la Val Tenna.
Forca della Cervara
La Val di Panico e le doline
Omino segnavia al termine di Forca della Cervara
Le pendenze, dalla fine di Forca della Cervara aumentano.
Per raggiungere la ferratina di Pizzo Berro si deve risalire il ripido zoccolo che porta sino alla base del paretone.
Un sentiero sulla sinistra che si trova appena usciti dalla cresta di Forca della Cervara trae in inganno: il pendio si risale dritto per dritto.
Le pendenze aumentano man mano che si sale, in alcuni punti bisogna anche aiutarsi con le mani a superare il dislivello, attenzione però, la zona è frequentata anche da alcune simpatiche vipere!!
Vipera lungo lo zoccolo che porta alla ferratina di Pizzo Berro
Il ripido pendio prima della ferratina, con gli impressionanti pilastri di Pizzo Berro
Non c'è un vero e proprio sentiero per arrivare all'attacco della ferratina: si seguono alcuni omini segnavia ed un paio di bolli rossi su rocce.
Dopo un ultimo tratto estremamente ripido si arriva alla ferratina: una catena di ferro che conduce sino alla sommità della parete, per una lunghezza totale di circa 35 metri.
Le difficoltà sono concentrate unicamente nella prima parte, dove bisogna fidarsi dei piedi per superare un passaggio un po'aleatorio.
Ovviamente è da sconsigliare come la peste a chi soffre di vertigini!
Per assicurarsi e proteggersi durante la salita potete scordarvi il classico kit da ferrata: i frazionamenti sono lunghi anche dieci metri, nessun materiale reggerebbe a un fattore di caduta così alto.
Unica soluzione per salire con relativa sicurezza è imbragarsi e fare un nodo autobloccante sulla stessa catena, meglio un prusik che un machard.
Al frazionamento ci si allongia alla catena e si sposta il prusik sul tratto di catena successivo.
Giunti al termine del terzo frazionamento si è in cima. alcuni blocchi di roccia indicano che la vetta di Pizzo Berro è vicina.
I blocchi di roccia al termine della ferratina
In pochi minuti si è in vetta a Pizzo Berro, un omino segnala che si è a quota 2259 msl!
Da qui, dopo una breve discesa, inizia un ulteriore tratto con pendenze sostenute per arrivare sino alla cima della Priora.
Si scende prima lungo la sella che separa i due monti, per poi iniziare la risalita della ripida cresta che conduce alla croce del Pizzo della Regina, la terza vetta dei Sibillini.
La cresta per la cima del monte Priora
Panorami dalla cresta
La croce di vetta del monte Priora
Dalla cima del monte Priora, ora, bisogna scendere sino all'Eremo di San Leonardo, poco sopra la Gola dell'Infernaccio.
Si possono seguire due sentieri diversi, un primo che passa lungo la cresta della Priora, partendo proprio dalla vetta, un secondo che arriva prima al casale delle Murette per poi scendere fino all'Eremo.
Io ho tentato, non so perchè, il secondo.
Si scende prima per alcuni gradoni di roccia per poi attraversare prati con erba altissima (alla vita), raggiungendo così il casale delle Murette.
Da qui avrei dovuto trovare il sentiero per scendere ulteriormente, ma l'erba alta e la nebbia fitta non consentivano di scorgere alcuna traccia.
Sono stato costretto a tagliare dritto per dritto, scendendo il ripidissimo pendio posto proprio sotto al casale delle Murette.
Pendenza elevatissima con rischio di cadere ad ogni passo, vipere che riposavano sui prati...insomma, era meglio scendere direttamente dalla vetta.
Unica nota positiva la Cascata dell'Amore che si incontra scendendo, quando ormai le difficoltà, a parte il guado del ruscello, sono terminate.
Dalla cascata si scende ancora un po' per imboccare una traccia di sentiero sulla destra che conduce all'interno del bosco.
Da qui, con alcuni scorci impressionanti sull'Eremo di san Leonardo, in poco tempo si arriva a destinazione, giungendo all'Eremo dal sentiero che parte dalla fontanella.
L'enigmatica iscrizione sulla fontana dell'Eremo di San Leonardo
Bastioni di roccia sopra l'Eremo
Bivacco con tenda all'Eremo di San Leonardo
All'Eremo di San Leonardo si incontra la prima fonte con acqua di tutto il percorso, secondo la cartina dovrebbe esserci acqua anche al Casale delle Murette sul monte Priora, ma io non ne ho trovata!
Generalmente Padre Pietro, l'eremita che vive (e che ha costruito da solo) all'Eremo, lascia piantare le tende nel prato davanti la chiesetta.
Facendo due conti, vedo che sono partito alle 6.00 da Frontignano e che alle 16.30 sono all'Eremo!
Il ritorno non è meno faticoso nè meno suggestivo dell'andata.
Dopo una notte passata all'Eremo in tenda si riparte presto per scendere verso la Gola dell'Infernaccio e tornare a Frontignano.
In circa mezz'ora, dall'Eremo si arriva al torrente che forma più indietro la mitica forra dell'Infernaccio, per procedere tra alcuni saliscendi verso Capotenna.
Salti d'acqua lungo la Gola dell'Infernaccio
Le Vene, formazione che salendo verso Capotenna si individua sulla sinistra
Panorama da Capotenna, in alto a destra si vede la Forca della Cervara attraversata il giorno prima
Abbeveratoio a Capotenna
Giunti a Capotenna si aprono scorci impressionanti: sulla sinistra la cresta percorsa il giorno prima, dal monte Bove Sud per Forca della Cervara fino a Pizzo Berro e al monte Priora.
Da qui si risale la Val Tenna per un percorso non particolarmente emozionante, se non per gli scorci sulle cime ai lati.
Si percorre una carreggiabile perennemente inseguiti dalle mosche, impossibili da lasciarsi dietro anche con il miglior antizanzare.
La strada, comunque, è evidente, fino al Passo Cattivo nessuna difficoltà di rilievo, pendenze moderate e mosche in poco tempo conducono alla prima vera salita.
La strada che conduce fino al Passo Cattivo
Alle spalle la Gola dell'Infernaccio
Arrivati al Passo Cattivo manca poco per ricongiungersi al sentiero fatto il giorno prima.
Si risale il pendio che porta sino al monte Bove Sud, da cui si ripercorre, per tornare a Frontignano, la traccia che ora scende verso il Cristo delle Nevi per poi giungere alla Val di Bove.
Mucche in Val di Bove
Quasi sempre in discesa si arriva quindi al piazzale antistante l'Hotel "Felycita".
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