Una via tosta, lunga, in un ambiente grandioso e selvaggio. Si tratta della combinazione della parte bassa della Marsili-Gizzone con la più tecnica Worm's Wall: più di 400 metri in tutto, nove tiri fino al V+ (grado "gransassiano"), rarissime protezioni se non in sosta: insomma proprio un bel viaggio!
L'arrampicata è su roccia abbastanza marcia lungo la prima parte, molto più classica, mentre nei tiri della Worm's Wall si scala su un calcare clamoroso e passi espostissimi.
Da non sottovalutare anche il rientro, per ripidi ghiaioni e canali, popolati solo dai camosci.
Accesso: Prati di Tivo (TE)
Tempo di percorrenza: 7 ore
Dislivello: 400 metri la via
Difficoltà: V+ (!)
Dopo una nottata in tenda, con temperature veramente calde per la stagione, mangiamo qualcosa e siamo già a rifare i materiali, riempire uno zaino e di nuovo per l'avvicinamento alla parete.
Stavolta puntiamo al secondo pilastro, vogliamo salire fino a metà parete seguendo la classica Marsili-Gizzone, per poi uscire in vetta lungo la ben più tecnica Worm's Wall.
Saliamo veloci fino all'attacco, nei pressi di un evidente alberello attaccato alla roccia, proprio alla base del canale dove si inizia a scalare.
Il primo passo è un V, ma proprio in partenza e l'unico impegnativo dei primi quattro tiri, che non si distinguono certo per la qualità della roccia. Prendo io le corde.
Si attacca su piccolo spiombo, però ben appigliato, subito dopo il quale si trova un chiodo sulla destra, visibile già dal basso. Il tiro prosegue per un breve camino appoggiato, III, salendo quindi per rocce facili, fino ad incontrare la sosta sul lato sinistro del canale (40 metri, III, 1 pass. V, 1 ch., sosta su 2 ch.).
La seconda lunghezza prosegue per la stramarcia rampa, proseguimento del canale, subito sopra la quale si sosta su piccola cengia (50 metri, II/III, sosta su 2 ch.).
Dalla sosta del secondo tiro
Sosta
Ora per il terzo tiro si segue con divertente arrampicata la placca a sinistra (IV, 1 ch.), superata la quale si raggiunge una cengia ghiaiosa (occhio) sulla quale si trova la sosta su 3 chiodi (40 metri, IV, 1 ch.).
Si prosegue quindi per la cengia, puntando al sistema di rocce rotte posto sulla destra di un diedro erboso; si rinvia una sosta e poco dopo una clessidra, continuando per marci improteggibili fino ad uscire su una cengia erbosa, ove si trova uno spuntone per sostare (60 metri, III).
Quarto tiro della Marsili-Gizzone
Qui ci siamo quindi sciolti per salire alla parte alta della parete, dove attacca Worm's Wall. Seguendo la cengia ci si alza affacciandosi sopra un canale sulla destra, per poi salire dentro un altro canale detritico, dove si trova l'attacco della via (circa 100 metri di dislivello dalla sosta).
La salita attacca nel punto in cui il canale diventa ghiaioso, stringendo, a sinistra di una sorta di pilastro fessurato ed a destra rispetto ad un tettino (cordone alla base).
Dal canale dove attacca Worm's Wall
Contando quelli già percorsi siamo al quinto tiro della giornata, e visto che qui le difficoltà aumentano sensibilmente, cedo il passo a Simone, che libererà delle lunghezze da paura.
Si attacca con un passo non da poco, uno spostamento strano e senza troppa roba per le mani, dopo il quale si segue un sistema di fessure allucinante, su roccia clamorosa, lavoratissima, su difficoltà continue di V/V+ (40 metri, sosta scomoda su chiodi e cl.).
La sesta lunghezza non è da meno, sempre per fessure, sempre su roccia eccellente, espostissimo, tutto V, con un passo un po'più ostico circa a metà (40 metri, sosta scomoda su chiodi).
Prima lunghezza di Worm's Wall
La sesta lunghezza non è da meno, sempre per fessure, sempre su roccia eccellente, espostissimo, tutto V, con un passo un po'più ostico circa a metà (40 metri, sosta scomoda su chiodi).
Il settimo tiro secondo me è il più tosto, e non credo sia stato solo lo zaino a renderlo più duro. Si sale per una mega fessura, con passi assolutamente non banali, superando alla fine un lieve strapiombo, dopo il quale si traversa a sinistra su buconi a prendere la sosta su chiodi (40 metri, qualche cordone su cl., V+).
Sono tre tiri stupendi ma anche belli impegnativi, da sudare (almeno per me); ne usciamo relativamente veloci e ci prepariamo all'ultima parte della salita, con Mirco che da il cambio al comando.
Ottava lunghezza quindi: si supera la placconata sopra la sosta puntando ad una fessura che va da sinistra verso destra, al termine della quale si supera un facile muretto e si sosta su una comodissima cengia (40 metri, IV, sosta su 2 fix).
Esposizione!!
Settimo tiro, il terzo di Worm's Wall
Ottava lunghezza quindi: si supera la placconata sopra la sosta puntando ad una fessura che va da sinistra verso destra, al termine della quale si supera un facile muretto e si sosta su una comodissima cengia (40 metri, IV, sosta su 2 fix).
L'ultimo tiro affronta un breve strapiombo (V), per poi superare una fessura con un passo strano e risalire quindi per placca fino alla sosta, dove finisce la roccia e iniziano i ginepri.
Qui ci si scioglie, la via è finita, ma bisogna iniziare a rientrare.
Le placche del penultimo tiro
Qui ci si scioglie, la via è finita, ma bisogna iniziare a rientrare.
Salendo ripidamente tra i mughi si raggiunge la sovrastante placca rocciosa, che noi abbiamo superato sciolti nel punto che pareva più debole. Ci si trova ora sui pratoni sommitali, dove la vista è enorme, dai corni alla Val Maone, uno spettacolo che con l'aria d'ottobre è ancora più intenso.
Panorama sui corni
Camoscio!
Da qui si inizia a scendere traversando verso destra (faccia a monte), superando un paio di collinette, sino ad intercettare un ghiaione che scende sulla destra.
Ci lanciamo di corsa come d'obbligo, sotto gli sguardi incuriositi dei camosci che popolano la zona, in un anfiteatro magnifico di roccia rossiccia.
Anfiteatro
Dove il canale stringe si prende sulla sinistra, scendendo poi per ripidissime ghiaie ed erba, fino all'ultimo ghiaione che conduce in valle.
Arriviamo in Val Maone che inizia a far buio, il tempo di chiudere gli zaini che dobbiamo accendere le frontali.
Torniamo ai Prati di Tivo belli stanchi, ma siamo tutti assolutamente d'accordo sulla bellezza della via e di un ambiente unico, selvaggio e tosto come pochi altri in Appennino.
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