Una classica della zona, ben protetta e con difficoltà tutto sommato abbordabili, sicuramente una chicca il passaggio dentro il masso incastrato, che visto dal basso suscita non poche perplessità.
Per una ripetizione portare qualche cordino per allungare le protezioni e qualche friend per integrare la chiodatura presente; soste già in loco.
Accesso: San Vittore di Genga (AN)
Tempo di percorrenza: 2 ore
Dislivello: 100 metri
Difficoltà: V, pass. VI o A0
Valutazione: ***
Dall'abitato di San Vittore imboccare il sentiero che sale verso Pierosara, attaccando nei pressi di una fontanella.
Si segue da qui la traccia sino ad arrivare nei pressi della falesia "Sulfuria", dove, invece di girare sulla destra, si prosegue dritti superando qualche tratto con vegetazione più intricata.
L'attacco della via (circa 20 min dal parcheggio) si trova sul lato destro dell'evidente sperone a fianco del quale corre il diedro dentro il quale si svilupperanno i tiri centrali. Oltrepassata una forcella appena accennata si parte da un pulpitino rocciosio con vista sull'abitato di San Vittore.
L'evidente diedro dove corre la Via dei Baffoni
L1: si sale facilmente su roccia friabile per circa 30 metri, sino a raggiungere la sosta su due fix posta su un comodo terrazzino (III).
L2: traversare ora verso sinistra, con una certa esposizione, oltrepassando il filo dello spigolo ed arrivando a sostare su albero alla base di un evidente diedro con masso incastrato (15 metri IV, V, numerose protezioni).
All'inizio del traverso del secondo tiro
L3: salire ora verso il masso incastrato, da superare passando all'interno del foro (bellissimo! è possibile passare anche fuori con qualche difficoltà in più). Dopo il masso proseguire all'interno del diedro con divertente arrampicata fino alla sosta (scomoda) su due chiodi (V, 35 metri, alcune protezioni, possibilità di integrare).
In equilibrio sul masso incastrato della terza lunghezza
L4: con passaggio impegnativo (VI/A0) superare la strozzatura del diedro/fessura e rimontare in placca, proseguire poi più facilmente fino ad una forcella (possibilità di sostare). Da qui salire la paretina sovrastante con altro passaggio ostico (A0 su chiodo con anello), quindi - raggiungo un evidente diedro - traversare verso destra sfruttando prese poco visibili; con movimenti più intuitivi uscire quindi in sosta (40 metri, V e VI/A0, sosta su albero, protezioni in loco).
Attacco del quarto ed ultimo tiro
Discesa: dalla sosta, faccia a monte, traversare su terreno infido verso sinistra (cavo d'acciaio logoro) e raggiungere un albero attorno al quale si trovano numerosi cordoni per la calata (stato da verificare).
Da qui con una doppia fino alla sosta di L2, quindi con altra calata fino alla base.
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